Bingo!

Negativi di un’estate, io riprendo il mio colore
E dovrei curarmi un po’
modellare il fisico
espressioni da migliorare…
Vitamine a profusione
Creme a volontà
[…]
Soffro lo stress (io) soffro lo stress
Sono stanco e fuori forma
[…]
Soffro lo stress (io) soffro lo stress
faccio un passo ed ho il fiatone…
(Velvet “Boy Band”)

Ricevo una mail dal mio giovane e atletico collega di ginnastica educazione fisica scienze motorie che, augurando a tutti buone vacanze, si raccomanda di non dimenticare di fare “una sana attività fisica”.

Il che mi ha fatto fare alcune considerazioni:

a) non ho (mai nella vita) superato la prova bikini, con un vergognoso, perenne, debito a settembre, ormai irrecuperabile;

b) ho sul comodino Ginnastica per tardone, ma non la costanza di applicarmi nel fare gli esercizi proposti;

c) già l’anno scorso avevo pensato anche allo yoga, più soft, più meditativo, più tranquillo. Me lo aveva consigliato anche la mia logopedista. Così ero partita bene. Avevo cominciato con il comprare lo yoga-mat alla Decathlon. E i pantacomodi. Poi, grazie a una recensione di Cì per un VdL dello scorso anno, avevo anche trovato un libro per darmi allo yoga da autodidatta (S. Weller, Yoga per persone che hanno troppo da fare – Corbaccio editore) . In attesa che il libro arrivasse, durante una seduta di shopping (una delle attività fisiche che, volente o nolente, faccio con regolare frequenza), mi ero imbattuta nello scaffale dei libri in superofferta, trovando questo Yoga. Make it Easy (M. Buniva, M. Tazumy – DeAgostini).

yoga book

Non sapendo nulla di yoga non potevo allora, né potrei ora,  dire se è fatto bene da un punto di vista tecnico, ma il libro è tutto sommato carino:  testi chiari, semplici e accessibili anche a chi non ha la più pallida idea di come si cominci a praticare questa nobile disciplina. Ogni capitolo spiega una posizione, e, della stessa, vengono elencati i benefici e controindicazioni. Una cosa che mi aveva fatto decidere di ficcare il libretto nel carrello quel giorno, è stata la scelta editoriale di utilizzare le foto di una simpatica yogini e una specie di maestro yogi indiano (con tanto di turbante) realizzati in plastilina per illustrare le asana. Mi ricordavano un libro per bambini e facevano sembrare tutto così semplice.

yoga book (1)

Col tempo era poi arrivato anche il libro consigliato da Cì, ma (ahimé) pur avendo aperto e riaperto entrambi i libri mille volte in un anno (lo yoga-mat, invece, è rimasto in fondo all’armadio, ancora arrotolato nella sua confezione originaria) non ho mai praticato.

Ho replicato alla mail del collega di scienze motorie, chiedendogli se poteva passarmi per “sana attività fisica” l’accompagnare Bambino al parco ogni pomeriggio. Non mi ha risposto.

E’ inutile, sono rassegnata: non sono stata biologicamente creata per fare attività motoria costante e organizzata. Così, anche questa estate, invece di dedicarmi a modellare il fisico, ho preso la filosofica decisione di fare un decluttering da casa e cantina, per liberarmi di altri pesi non meno pesanti dei chili superflui.

Mentre spulciavo tra i vecchi giornali portati a casa da Londra lo scorso anno, mi sono imbattuta in questo articolo, che, ancora una volta, mi dà la conferma che l’inglese è quella lingua meravigliosa che sa dare un nome alle cose innominabili, rendendole persino simpatiche.

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Ora so quale nome dare alle flaccidezze della massa che penzola dal braccio trascurato: bingo wings.

Cito da urbandictionary.com: “Bingo Wings =  The flabby fatty skin which hangs down between one’s elbow and shoulder. Most obvious examples are older women who have not learnt that holding a feltip pen at a bingo hall does not constitute exercise.” (grassetto mio; traduzione: “Ali del Bingo = La pelle grassa e flaccida che penzola tra il gomito e la spalla. Gli esempi più evidenti sono le signore più anziane che non hanno capito che il tenere in mano un pennarello in una sala bingo non costituisce esercizio fisico”).

E dopo aver letto l’impietosa definizione* sono corsa davanti allo specchio. Dovevo vedere a che punto erano le mie bingo wings, perché, anche se sono passati tanti anni, io me le ricordo le signore della sala bingo di Brighton (dove spesso Mrs H ci portava al pomeriggio), che urlavano: “Bingoooo!!!!!!” e agitavano le loro “ali” (flap…flap…) per attirare l’attenzione sulla loro cartella fortunata piena di crocette. Me le ricordo quelle loro ali, e adesso le rivedo lì, tra le mie spalle  e i miei gomiti, pronte a spiccare il volo…!

Altro che yoga o ginnastica dolce per tardone!
E da domani basta parco giochi!
Bambino e io da domani si va in piscina tutti i giorni a fare la gara di chi arriva prima a fare a nuoto la vasca olimpionica! Andata e ritorno. Trenta volte.

Questo post partecipa al VdL di homemademamma alla quale auguro, come a tutti voi, una bella estate con tanta acqua di mare, tanta spiaggia, tanto fresco, ma soprattutto con tanta “sana attività fisica”!!! 😉

*Più moderata quella di wiktionary.org: “Bingo Wings: (derogatory or humorous, slang) – Large, loose flaps of skin hanging from the upper arms”.

5 risposte a “Bingo!

  1. :-))))
    Come mi ci ritrovo!
    Magari la mia ciccia è ancora un pò tonica, ma l’atteggiamento verso l’attività fisica è la stessa!
    Ogni tanto mi scuoto e vado in piscina (ieri) per sopportare il caldo e far divertire la mia canaglietta, ma la camminata di 30′ (almeno) che dovrei fare tutti i giorni salta sempre.

    • Per ora le mie “ali” stanno ancora abbastanza ancorate al bicipite, ma, come si suol dire, meglio prevenire che curare… 😉 Per fortuna non gioco a Bingo!
      Un abbraccio a te e alla canaglietta. 🙂

  2. Pingback: Recensioni libri per bambini | Homemademamma·

  3. Ma dunque…. Ero finalmente venuta a dirti che ti follouo e mi sono persa a leggere i tuoi post. Penso che verrò a leggerne ancora, per un po’ di sere, perché sono rimasta a bocca aperta e mi hai fatto viaggiare un po’, con Peter coniglio, musica che non conosco, Barbie insegnante (!!!!!!) e tutte queste magie che racconti. Ma commento proprio qui, perché le ali del bingo mi hanno fatto ridere, ma di gusto, pensando a quelle delle altre, logicamente. Ora mi toccherà controllare le mie . Poi, semmai, torno a farmi consolare, che la responsabilità di questa nuova consapevolezza è tua 🙂

    • Ahaha! Ma no, dai, non siamo ancora pronte per il… volo! 😉
      Sono contenta se mi folloui! Io ti follouo in continuazione, ma ho iniziato l’anno scolastico e sono un po’ in stand by dalla scrittura, ma torno non appena tutto entra a regime.
      Un abbraccio fortissimo, da follouer a follouer!

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